Nel dibattito politico in corso, riguardo le imminenti elezioni politiche, compare in modo marginale la visione (e gli impegni) dei partiti politici in merito all’Istituto del Servizio Civile Universale. La questione si presta a due differenti interpretazioni di cui la prima molto apparente è che il servizio civile non rientra nell’agenda programmatica dei partiti in corsa per governare, la seconda – a nostro avviso più verosimile – quella che il tema è stato intensamente trattato (e definito) con la recente delega del Parlamento al Governo ancora in carica per gli affari correnti.

Se è vero che il Governo per gli affari correnti ed il Parlamento in carica sono cosa diversa dal futuro Governo e analogamente dal futuro Parlamento, è pur vero che le (buone) intenzioni, la visione e gli impegni dei partiti emersi dal voto-delega non potranno essere disattesi dalla nuova compagine parlamentare in riferimento a quanto deliberato dal precedente Parlamento (quello ancora in carica).

La nostra Organizzazione mantiene un cauto ottimismo a riguardo.

Cosa è emerso dalla delega approvata in Parlamento ? certamente un dato importante: il servizio civile riveste importanza per tutte le forze politiche, sia quelle di maggioranza che quelle di opposizione dell’attuale legislatura.

Concordano tutti i partiti sulla necessità di rafforzare e stabilizzare l’Istituto del Servizio Civile Universale, aumentando e rendendo stabili i fondi destinati a garantire centomila giovani da poter avviare in servizio.

Con la Mozione 1-00573 la Camera ha impegnato il Governo:

1) ad adottare iniziative per prevedere sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il servizio civile universale di cui all’articolo 24 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, tali da assicurare l’accesso al servizio di tutti i volontari richiedenti e prevederne un incremento progressivo, in raccordo con la programmazione triennale e ferma restando la verifica delle compatibilità finanziarie;

2) ad adottare iniziative per garantire la partecipazione di tutti i giovani, agevolando, in particolare, quelli con minori opportunità, nonché a quanti abbandonano il percorso scolastico e non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro, affinché il servizio civile diventi una leva di inclusione sociale effettiva;

3) ad adottare iniziative finalizzate alla razionalizzazione e alla semplificazione dei bandi per i progetti degli enti e dei procedimenti amministrativi del sistema di servizio civile, al contempo rafforzando i meccanismi di verifica di cui all’articolo 20 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

4) ad assicurare una efficace attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che, ai sensi della delega conferita dalla legge 6 giugno 2016, n. 106, ha operato una revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale, individuando le relative procedure;

5) ad adottare iniziative per definire lo status giuridico dell’operatore volontario durante il servizio civile all’estero;

6) ad adottare iniziative per valorizzare percorsi di pace attraverso la sperimentazione prevista per i Corpi civili di pace, con la pubblicazione dell’avviso per i progetti della terza annualità;

7) ad intensificare la mobilità dei giovani operatori volontari e a rafforzare le opportunità di svolgimento del servizio civile nei Paesi esteri, in particolare in ambito europeo, anche attraverso accordi bilaterali specifici tenendo conto delle esigenze di sicurezza;

8) a favorire la formazione on-line in modalità sincrona e asincrona per la formazione degli operatori volontari e del personale degli enti accreditati, promuovendone la formazione e garantendone l’aggiornamento continuo anche attraverso il costituendo Centro nazionale del servizio civile;

9) ad adottare le iniziative necessarie ad assicurare, in linea con quanto previsto dall’articolo 55 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nella definizione dei programmi e dei progetti del servizio civile universale con gli enti territoriali;

10) a rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale, istituita ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, valorizzando il ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile, con particolare riguardo al Piano Triennale di cui all’articolo 4 comma 1 del medesimo decreto legislativo;

11) ad adottare iniziative per assicurare il massimo coinvolgimento degli enti del Terzo settore e della Consulta nazionale nella programmazione e organizzazione a livello territoriale dei progetti, nella definizione di scelte relative alle modalità operative e alle tempistiche per l’accesso ai bandi, per le procedure di selezione dei volontari, nonché per ogni altro aspetto che possa incidere sull’organizzazione e l’efficacia dell’azione degli enti stessi, prevedendo, nel rispetto della garanzia della riduzione dei tempi ai sensi dell’articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, sentita la Consulta nazionale, tempistiche congrue per la presentazione dei programmi e per esperire la procedura di selezione dei volontari da parte degli enti;

12) ad adoperarsi anche nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, e d’intesa con le rappresentanze degli enti del Terzo settore – e con la Consulta, per la definizione di un sistema di attestazione e, laddove possibile, di certificazione delle competenze acquisite dai volontari nel corso dell’esperienza del servizio civile, ai fini del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo pur confermando la netta distinzione tra le finalità del servizio civile universale e le politiche attive per il lavoro;

13) ad assicurare, secondo quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo n. 40 del 2017, la stipula di un protocollo nazionale quadro e successivi accordi bilaterali fra il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, e le regioni e le province autonome;

14) a definire una misura di analisi di impatto in merito agli interventi svolti dagli enti del servizio civile universale e realizzati nei territori di ciascuna regione o provincia autonoma o città metropolitana, da operarsi in piena autonomia da parte del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale;

15) ad adottare iniziative per prevedere l’utilizzo di piattaforme istituzionali digitali al fine di promuovere l’informazione e l’attivazione delle misure a favore dei giovani, anche con funzione di banca dati delle competenze formali e non formali acquisite e del curriculum vitae digitale individuale, in accordo con il Ministero per il lavoro e le politiche sociali, dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché con le regioni e province autonome;

16) ad assicurare la puntuale attuazione alla disposizione di cui all’articolo 23, del citato decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, che prevede che «Il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno al Parlamento, entro il 30 giugno, una relazione sull’organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile universale».

 

Dott. Carmelo Cortellaro

Presidente Nazionale A.N.P.A.E.