Il Governo Meloni in sei mesi concretizza le riforme non realizzate nei precedenti venti anni di servizio civile. Il Dl n. 48/2023 stravolge – finalmente – un Istituto “vecchio” e ingessato proietta il Servizio Civile nel “suo” futuro possibile e soprattutto sostenibile. Merito al Governo che dimostra di saper vedere lontano per il bene del servizio civile e dei giovani ma soprattutto per il bene del Paese: grazie alle novità introdotte verrà garantita stabilità strutturale in chiave moderna e sostenibile per il futuro ad un Istituto dello Stato spesso bistrattato. Il sistema non ha mai avuto negli anni stabilità economica palesando conseguentemente difficoltà di varia natura e presentando nel ventennio trascorso incertezze di natura economica che hanno limitato una ottimale programmazione a discapito dello stesso Istituto e dell’intero sistema. A discapito soprattutto dei giovani. Con la nostra petizione di oltre 50.000 firme avevamo chiesto invano al governo precedente un impegno in questa direzione. Accogliamo con soddisfazione la svolta messa in atto dall’attuale governo.

Il ruolo che vide titolare nel 2008 l’allora giovane ministra Giorgia Meloni (a soli 31 anni), Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, è attualmente affidato all’ottimo ministro Andrea Abodi il quale vuole cambiare il senso del servizio civile, rivedere la fascia anagrafica di competenza e renderlo finalmente al passo con i tempi attuali. Il ministro ha finalmente rotto gli indugi anche in tema di certificazione  delle competenze: “Vogliamo che ci sia il riconoscimento delle competenze assunte” (ANSA) – ROMA, 13 MAGGIO.

L’art. 12 comma 1 del decreto lavoro del 4 maggio 2023 recita così: “Ai soggetti di età compresa fra i 18 e 59 anni in condizioni di povertà assoluta, facenti parte di nuclei familiari privi dei requisiti per accedere al sostegno al reddito e ai componenti di nuclei che invece lo percepiscono e che non siano calcolati nella scala di equivalenza, è riconosciuto un diverso contributo, volto a sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive”. Tra gli enti che aiuteranno questi soggetti nella formazione lavorative figura anche il Servizio Civile Universale.

Il Servizio Civile dovrà avere mezzi competenze per essere considerato una politica attiva del lavoro con l’obiettivo di incentivare la formazione e la qualificazione dei cittadini e questa sarà la sfida su cui si misurerà il Governo. Intanto va preso atto della svolta storica avviata: Il decreto lavoro introduce tra le varie misure utili all’attivazione delle persone anche il Servizio Civile. Ciò rappresenta un riconoscimento che va oltre ogni aspettativa. Certamente gli enti saranno chiamati a dimostrare la propria efficacia in merito alla riattivazione dei giovani che non sono né in formazione né a lavoro come fatto con Garanzia Giovani.