Il Partito Democratico è stato artefice della Mozione 1-00573 con cui la Camera ha impegnato il Governo su una serie di importanti provvedimenti in favore del servizio civile. Per il PD il Servizio civile universale svolge un ruolo significativo nel servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria nella promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana assicurando lo sviluppo della cittadinanza attiva, della solidarietà nonché dell’inclusione e della coesione sociale, anche attraverso la salvaguardia del patrimonio della Nazione con particolare riferimento all’ambiente. Valori che, come ci dimostra l’attuale scenario di guerra in Ucraina, non si possono mai dare per scontati ma vanno di giorno in giorno costruiti, soprattutto con le nuove generazioni, non solo a livello nazionale, ma anche nel contesto europeo. Il rischio di una sorta di «assuefazione» alla democrazia contribuisce a ingenerare fenomeni di disaffezione, insoddisfazione e distacco nei confronti delle istituzioni politiche. Il PD ricorda che nel nostro Paese, il primo a parlare di servizio civile fu il filosofo italiano della nonviolenza Aldo Capitini, quale forma alternativa al servizio militare e come addestramento della popolazione alle tecniche della nonviolenza, in modo da lasciare maturare nei cittadini la scelta democratica per uscire definitivamente dell’ideologia totalitaria e strumento di democratizzazione della società. Per il PD ha destato non poca sorpresa tra le rappresentanze dei soggetti interessati l’ipotesi di un ulteriore intervento di revisione ordinamentale, che rischierebbe di rendere nuovamente indeterminato il contesto normativo in cui saranno chiamati ad operare gli enti, che recentemente hanno già dovuto adeguarsi alla soppressione della programmazione dei piani annuali, operata dall’articolo 40 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, convertito con modificazioni dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233.

Il PD ha impegnato il Governo ad adottare iniziative per prevedere, sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, stanziamenti strutturali ordinari per il Fondo nazionale per il Servizio civile di cui all’articolo 24 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, in misura tale da assicurare l’effettiva fruizione del diritto di tutti i volontari richiedenti all’accesso al servizio e con una base minima annua di almeno 60.000 posizioni, per arrivare progressivamente al conseguimento dell’obiettivo di almeno 100.000 volontari ammessi ogni anno. Ancora ad adottare iniziative per assicurare il massimo coinvolgimento preventivo, nel pieno rispetto del principio di co-programmazione e co-progettazione sancito dalla riforma del 2017, degli enti del terzo settore e della Consulta nazionale non solo nella programmazione e organizzazione a livello territoriale dei progetti, ma anche ai fini della definizione di scelte relative alle modalità operative e alle tempistiche per l’accesso ai bandi, per le procedure di selezione dei volontari, nonché per ogni altro aspetto che possa incidere sull’organizzazione e l’efficacia dell’azione degli enti.

Il PD ha impegnato il Governo ad adoperarsi anche nell’ambito della conferenza Stato-regioni, e d’intesa con le rappresentanze degli enti del terzo settore, per la graduale definizione di un sistema di attestazione delle competenze tipiche del servizio civile, tra le quali quelle di cittadinanza e soft skyll oppure trasversali oppure strategiche, acquisite dai volontari nel corso dell’esperienza del servizio civile, volto a valorizzare la formazione acquisita anche ai fini di un possibile successivo utilizzo delle evidenze delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, pur confermando la netta distinzione tra le finalità del servizio civile universale e le politiche attive per il lavoro. Inoltre ad adottare iniziative per semplificare le procedure dei bandi per i progetti degli enti, rafforzando i meccanismi di verifica ex post di cui all’articolo 20 del decreto legislativo n. 40 del 2017.